Come si può diventare trainer?
Sempre più spesso mi arrivano domande o richieste di consigli su come iniziare a lavorare come formatore. Si tratta di un mondo molto variegato e complesso per cui dare consigli generici, secondo me, non ha molto senso. Ho deciso, però, di darti dei consigli riguardo un particolare tipo di formatore. Parlo della figura del “trainer”, ovvero chi guida effettivamente l’andamento di un training, seminario o altre esperienze internazionali come quelle di cui ti ho parlato in questo articolo. É la persona che sta a contatto con i partecipanti durante un progetto rivolto a giovani e operatori giovanili.
Uso l’espressione “diventare trainer” (invece che formatore) perché si tratta di un campo abbastanza specifico. Mi riferisco a progetti internazionali finanziati, nella gran parte dei casi, da programmi europei come Erasmus Plus. Soprattutto le cosiddette Mobilità dei giovani e degli operatori giovanili. Se ti stai chiedendo cosa sono questi progetti o cosa s’intenda con “operatore giovanile” (youth worker) allora ti ricordo che trovi tutte le risposte in questo articolo.
The road to success is never easy and the extra mile is never crowded.
La strada per il successo non è mai facile ma non sono in molti a fare davvero uno sforzo in più.
Sue Dudill – trainer internazionale
Torniamo a noi.
Se leggi questo blog suppongo che studi o lavori in ambito sociale, culturale, antropologico, educativo o simile. Probabilmente ti piace molto viaggiare, conoscere il mondo e confrontarti in contesti sempre diversi. Ecco, diventare trainer in progetti internazionali può rappresentare una valida strada per chi ha queste inclinazioni, passioni e interessi.
Quindi, cerchiamo di capire…
Come si può diventare trainer?
Chiariamolo subito: non esiste un percorso specifico o prestabilito per diventare trainer.
Non esistono dei corsi particolari o una laurea che in qualche modo ti “abiliti” a diventare trainer. Certo, gli studi in settori affini possono essere utili. Magari un percorso scolastico di tipo umanistico, come il liceo delle Scienze Sociali. Alcuni corsi di laurea universitari in ambito antropologico e sociale. Sicuramente corsi di laurea in Scienze dell’Educazione, della Formazione o, anche, della Comunicazione. Tutti questi percorsi possono agevolare la tua strada per diventare trainer ma, onestamente, non sono determinanti. Ho conosciuto diversi trainer, anche bravi, che non avevano studiato in nessuno di questi ambiti. Che ci piaccia o meno, trattandosi di un campo molto legato alla cosiddetta Educazione Non-Formale, conta soprattutto l’esperienza. E l’esperienza, beh, quella te la fai quasi esclusivamente sul campo!
Ma come me la faccio quest’esperienza “sul campo”??
Ci possono essere svariate possibilità in questo senso. Puoi partire dal cercare un ente, associazione o qualunque tipo di organizzazione nella tua zona in cui poterti inserire come volontario. Cerca enti che si occupino di animazione giovanile, di educazione non formale, di sostenere iniziative per la comunità, di promuovere e/o sostenere soggetti “svantaggiati” o altri temi legati alla cittadinanza attiva. Cerca di farti coinvolgere in iniziative pratiche, meglio se a contatto diretto con giovani o gruppi di persone a cui devi/puoi proporre delle attività.
Cosa? Non esiste nessun ente di questo tipo nella tua zona? Sicuro di aver cercato bene? Sui siti dei Comuni di molte città esistono liste delle organizzazioni di volontariato o associazioni del territorio. Puoi anche rivolgerti a un Centro Servizi per il Volontariato, un CSV. A questo indirizzo dovresti trovare la mappa dei principali CSV in Italia. Esistono certamente tanti centri giovanili in cui potrai iniziare a fare pratica. Non escluderei neppure le esperienze “da oratorio”. Le prime esperienze in quest’ambito a entrare nel mio curriculum sono state proprio quelle! Insomma, tutta la pratica che puoi fare in questo senso ti sarà utile.
Si, ho capito. Ma io volevo sapere proprio
Come lavorare, in futuro prossimo, da trainer?
La svolta, secondo me, si ha se si comincia effettivamente a partecipare a delle esperienze internazionali. Negli scambi giovanili o, ancor più, nei corsi di formazione all’estero puoi imparare moltissimo dagli altri trainers “in azione”. Se hai già partecipato a delle esperienze simili, di sicuro capisci a cosa mi riferisco. Il mio consiglio, in quei casi, è di prendere appunti, fare foto, “archiviare” metodi, strumenti e attività proposte dai trainers, per poi provare a sperimentarli nella tua realtà locale. Soprattutto, cerca di sfruttare anche i momenti informali (pranzo, cena, tempo libero…) per confrontarti con i trainers e trarre consigli dalla loro esperienza.
Ricorda, poi, che diventare trainer non significa semplicemente fare il formatore.
Si, a volte nei corsi ci sono anche figure dedicate all’organizzazione del training. Molto spesso, però, i trainers devono occuparsi anche di tutta la gestione del corso. Hai presente tutti gli aspetti pratici e burocratici come sistemazione dei partecipanti, raccolta documenti, acquisti materiali e mooooolto altro? Non sottovalutare l’importanza di apprendere anche rispetto a tutto ciò.
Diventare trainer può significare, infatti, essere in grado di scrivere, farsi approvare e gestire dei progetti internazionali. Non puoi solo sperare che tanti enti ti chiamino a fare il trainer nei loro corsi. Molto probabilmente dovrai presentare progetti e gestirli anche tu. Sia nei contenuti, sia nella gestione generale. Perciò, quando partecipi a dei corsi internazionali, tartassa di domande trainers o organizzatori, senza dimenticare quelle sugli aspetti “logistici”. A un certo punto, però, lasciali andare a dormire 😉
Ok Sebastiano, ma siamo proprio sicuri che NON ci siano dei…
Corsi da seguire in particolare?
In particolare no, ma tutti i corsi all’estero a cui riesci a partecipare possono esserti utili in questo senso. Ti basta sapere dove trovarli e come partecipare, come fare delle buone candidature e, magari, scegliere soprattutto quelli su tecniche e metodi di educazione non formale.
Se, invece, hai già partecipato a molti progetti nell’ambito di programmi europei come Erasmus Plus, e Gioventù in Azione (Youth in Action) in particolare, puoi anche provare candidarti a un “TOT” (Training Of Trainers). Questi corsi di formazione per i formatori sono, di solito, un percorso di 2 o 3 training che si svolgono a distanza di qualche mese tra loro. Sono rivolti, ripeto, a chi ha già una certa esperienza internazionale. Se è il tuo caso ti consiglio sicuramente di guardarci. Qui puoi trovare un esempio di TOT.
Un’ultima importante domanda che mi è stata fatta sulla questione “diventare trainer” è se
Bisogna essere iscritti ad un albo o qualcosa di simile?
La risposta è No. Cioè, non per forza. Esiste, infatti, una sezione in Salto (si chiama Trainers Online for Youth) dove ognuno può caricare un suo profilo come formatore.
Ti consiglio di iniziare a guardarla subito, se ti interessa esplorare la strada per diventare trainer. Vedendo i profili dei formatori presenti, capirai molto di più su che tipo di esperienze ti possono portare a lavorare in questo ambito.
Prova ad aprire i profili di diversi trainer, specialmente di quelli che hanno già frequentato un percorso TOT. Inizia ad analizzare il tipo di competenze che hanno maturato e i progetti in cui sono stati coinvolti. Se ti sembra di essere ancora lontano dalla qualità e/o quantità delle loro esperienze, allora ti consiglio di pensare a
L’aspetto più importante di tutti: iniziare a creare delle partnership!
Pensaci. Più riesci a frequentare corsi all’estero, più hai possibilità di aumentare i tuoi contatti con altre organizzazioni internazionali. Si tratta di uno degli aspetti più importanti. Attraverso i contatti con referenti e giovani di altre organizzazioni che conosci durante queste esperienze, potrai stabilire delle partnership con i loro enti. Ciò significa che potrete fare dei progetti insieme in futuro. Tu comincerai a partecipare come partner con la tua organizzazione e, magari, ti coinvolgeranno sempre di più, fino a chiederti di essere tra i trainers di questo o quel progetto.
Con la mia organizzazione???
Si, hai letto bene. Uno dei modi per partecipare a molti corsi è avviare una tua organizzazione. Ti basta creare un cosiddetto “informal group”, un “gruppo informale di giovani” e inserirlo nel portale delle organizzazioni su Salto. Puoi anche inserire un’associazione o altro ente non profit di cui già fai parte.
Se credi sia complicato, nel mio manuale Parti Quando Vuoi, ti spiego tutti i passaggi per farlo, passo dopo passo. Se sei iscritto alla newsletter ti sarà arrivato il link per scaricare l’estratto gratuito. Altrimenti puoi iscriverti ora e scaricarlo subito…
Una volta avviata la tua organizzazione, i risultati non tarderanno ad arrivare. Nel giro di poco riuscirai a partire per un sacco di progetti che ti spianeranno la strada per diventare trainer!
Beh, a questo punto mi taccio, perché, mentre scrivevo quest’articolo, ho pensato…
Basta Sebastiano! Quando parti con i consigli non ti fermi più! Perché non stai un pò zitto e lasci parlare, per una volta, qualcun altro? Magari qualcuno che ne sa più di te?
E allora mi è venuta in mente Sue (si legge Sù!). Sue Dudill: una delle persone più esperte che io conosca in quest’ambito. Qui puoi vedere il suo profilo nella sezione Trainers Online for Youth. Una decina d’anni fa è riuscita a farmi cambiare idea sull’educazione non formale. Era un ambito che quasi detestavo. Quando aspiravo a diventare un ricercatore universitario, la mia testa dura e pura ripudiava quasi tutti gli approcci diversi da “io spiegare, ragazzi ascoltare”! Tutti quelli che facevano qualcosa di diverso mi sembravano dei fenomeni da baraccone. Sue mi ha così entusiasmato da farmi appassionare a un mondo che poi mi ha dato enormi soddisfazioni.
Per questo le ho inviato subito un messaggio, chiedendo…
Basandoti sulla tua lunghissima esperienza,
quali sono i fattori più importanti per diventare Trainer internazionale
nell’ambito di programmi come Erasmus Plus (Youth in Action in particolare)?
La mia traduzione non rende giustizia delle sue parole. Ho provato a fare del mio meglio, ma puoi comunque trovare la sua risposta originale più sotto:
Ecco una lista di quelli che credo siano fattori importanti:
1. Inizia “dal basso” e lavora sul campo con gruppi diversi di giovani, attraverso progetti locali basati su bisogni reali. Assicurati che tutti partecipino a tutte le fasi, dall’idea iniziale alla pianificazione, fino all’implementazione del progetto e alla sua valutazione. Fai un sito web e racconta al mondo i tuoi risultati
[Se ti sembra esagerato, aggiungo io, puoi almeno partire col mettere on line un tuo curriculum…]
2. Cerca di partecipare ai corsi internazionali e fai rete con persone e organizzazioni affini ai tuoi interessi. Costruisciti una banca di contatti affidabili. Non essere un “turista” dei programmi europei come Gioventù in Azione; anzi, usa le conoscenze e le capacità acquisite attivandoti per i giovani o per la comunità in cui sei impegnato presentando progetti e gestendoli in prima persona. Impara a scrivere un buon progetto. Cerca di capire la differenza tra scopi e obiettivi, tra capacità e competenze. La maggior parte delle persone spesso non se lo chiede. Impara come strutturare un buon corso di formazione basato sull’educazione non formale, con un programma e una successione logica che riflettano scopi e obiettivi.
3. Impara a conoscerti. Decidi qual’è il tuo scopo nella vita e quali sono i tuoi valori. Cerca di capire cos’è l’intelligenza emozionale e sviluppala più che puoi. La strada per il successo non è mai facile ma “il miglio in più” non è mai affollato [che, tradotto in modo meno letterale, per me suona così: La strada per il successo non è mai facile ma non sono in molti a fare davvero uno sforzo in più].
Fai domande, perché le domande sono le risposte. Sii autentico e segui i tuoi sogni.
E tu che ne pensi di questi consigli?
Se hai dubbi o altre domande, fammelo sapere nei COMMENTI qui sotto.
E ricorda di CONDIVIDERE l’articolo per tutti quelli che possono essere interessati!
Grazie 😉
Salve Sebastiano, ho letto il tuo articolo, davvero interessante. Anche a me piacerebbe intraprendere la carriera di formatore o trainer… ma non a livello internazionale, perchè non vorrei allontarmi dall’Italia… purtroppo non sono così intraprendente, anzi in questo momento della mia vota sono molto molto fragile, come già ti dissi….. se ricordi, io ero la povera insegnante di scuola elementare (quindi laureata in Scienze della Formazione Primaria) che purtroppo con i bambini si è trovata decisamente male (ecco, sono quella che era caduta in depressione per intenderci XD).
Per questo stavo pensando di cambiare mestiere e pensavo che, forse, come formatore per adulti sarebbe meglio. Tuttavia dovrei possedere la laurea in Formazione Continua…. in questi giorni tuttavia voglio provare ad inviare un po’ di curriculum ad aziende che cercano la figura di un formatore… ad esempio ho visto questo annuncio per laureati in scienze della formazione:
https://www.linkedin.com/jobs/view/701227141/
Sapresti indicarmi qualche altro annuncio simile che potrebbe fare al caso mio?
Inoltre pensavo che potrebbe essere importante in questo settore intraprendere un master in Risorse Umane, ma sono così indecisa… sapresti darmi un’opinione su questo settore? Secondo te è un percorso che può dare buone opportunità?
Grazie in anticipo e complimenti per il lavoro che svolgi per noi poveri giovani disorientati!
Ciao Nicla! Per quanto mi riguarda fare formazione non è un discorso necessariamente legato ad una specifica laurea. Io faccio formazione soprattutto negli ambiti in cui faccio (o ho fatto) anche ricerca.. (negli ultimi anni soprattutto tra enti che fanno progetti di Servizio Civile, che è un canale piuttosto particolare). Devo dire che è venuto un po’ da sé. Ho sempre avuto un po’ di passione per la formazione, ma non era in programma. Diciamo che ho iniziato a “propormi” soprattutto quando mi sono accorto che facevano formazione persone anche senza una grande esperienza sul campo o esperienza di ricerca nell’ambito. Sinceramente non ho mai capito come facciano certe persone, per esempio, a fare formazione ogni giorno, non capisco quando e come trovino il tempo per apprendere, studiare, osservare e preparare nuovi contenuti. Se vuoi farti un’idea generale magari ti consiglierei di guardare siti di associazioni nazionali come http://associazioneitalianaformatori.it o partecipare a qualche loro evento.. Personalmente, anche se sembra un consiglio più complicato, io mi chiederei cosa posso proporre di formativo con la mia esperienza e inizierei a pensare a quali enti o realtà potrebbero essere interessate a questo. Poi, perché no, iniziare a presentarmi da qualcuno di questi contesti con una possibile proposta. Probabilmente nel tuo contesto sei in contatto con diversi enti che potrebbero avere delle esigenze formative. Perché non partire dal proporti a qualcuno di questi? Certo, inserendo parole chiave come “formazione adulti” o simili troverai diversi annunci su LinkedIn, ma, se vuoi un consiglio spassionato, io prenderei un pò il coraggio a 4 mani e inizierei a percorrere la prima strada.
Grazie Sebastiano, sei sempre pieno di idee! rifletterò sul tuo cosiglio sul fare una “proposta formativa” a qualche ente. Intanto ho già dato un’occhiata al sito che mi hai linkato, molto interessante, non sapevo esistesse un’associazione di questo tipo. Nel frattempo continuo a fare le mie ricerchine su Linkedin, sperando che portino qualche risultato… Ti ringrazio per i tuoi consigli preziosi e per avermi dedicato del tempo ^_^ ti auguro buon lavoro 🙂 Ciao!
Piacere Sebastiano e complimenti per questo bell’articolo!!
Sono una trainer che lavora nelle azienda ma che ha partecipato con grande piacere a tante formazioni interculturali in gioventù, come quelle che citi…. mi piacerebbe restituire il favore e propormi alle organizzazioni come cotrainer, non ho il tempo di progettare e organizzare ma posso aiutare a ideare e condurre il training. Sono disposta a guadagnare molto meno di quanto chiedo alle aziende… ma non potrei farlo gratis, visto che bisogna bloccare 7-10 giorni in calendario, e nel mio lavoro non è un sacrificio da poco…. Secondo te qual’è il prezzo giusto per un trainer senior?
Ciao Giuliana! Direi che dipende abbastanza dal contesto in cui si crea la collaborazione… In generale, per la mia esperienza, conosco diversi trainers con esperienza che vengono coinvolti su vari training i quali mi hanno spesso riportato cifre attorno ai 300 euro al giorno per ogni giorno di attività (ai giorni di formazione si aggiungono, di solito, anche due/tre giorni di preparazione iniziale o coordinamento con altri trainers eventuali e un giorno per la reportistica finale…).
Spero di esserti stato utile,
a presto