Le modalità per consegnare la domanda di servizio civile, in realtà, sono abbastanza chiare. Il problema è che non sempre si capisce bene come utilizzarle.
Durante l’apertura dei bandi, tutti gli enti si preoccupano di far conoscere i progetti riportando le modalità per partecipare e consegnare la domanda di servizio civile. La maggior parte delle volte, però, ricopiano semplicemente quello che c’è scritto nel bando. Cioè:
Esempio tratto dal bando ordinario aperto dal 20 agosto al 28 settembre 2018
Fare copia&incolla di queste righe sui siti dove sono descritti i progetti non è così difficile. A giudicare da quante richieste di chiarimenti ricevo ogni anno, però, sarebbe davvero utile aggiungere qualche spiegazione in più. Ti spiego subito perché. Seguimi.
Anzitutto ti ricordo che è importantissimo partire dal capire come scegliere il progetto (te l’ho spiegato in questa guida), se si tratta di un progetto in Italia o se vuoi candidarti per un progetto di servizio civile all’estero. Una volta individuato il progetto, puoi iniziare a compilare i moduli. Ti ho già spiegato come compilare la domanda di ammissione e come compilare la dichiarazione titoli per il servizio civile. Dopodiché possiamo dire di essere pronti per consegnare la domanda di servizio civile. E, dunque, torniamo alla nostra domanda principale:
Perché è importante avere delle spiegazioni in più su ognuno dei modi per consegnare la domanda di servizio civile?
Partiamo dalla prima possibile modalità di consegna: la Posta Elettronica Certificata, cosiddetta PEC. Eccola:
1) con Posta Elettronica Certificata (PEC) – art.16-bis,comma 5 della legge 28 gennaio 2009, n.2 – di cui è titolare l’interessato, avendo cura di allegare tutta la documentazione richiesta in formato pdf;
Ovvio. Tutti gli interessati al servizio civile conoscono l’articolo 16-bis,comma 5 della legge 28 gennaio 2009, n.2….! Scherzi a parte, è chiaro che il linguaggio di un bando è, per forza di cose, “burocratico”. Per questo, può non essere chiaro a tutti. Senza andare a studiare la legge che ha istituito la PEC, quello che t’interessa capire bene è che:
Puoi consegnare la domanda di servizio civile con la Posta Elettronica Certificata (PEC) SOLTANTO SE la casella è a tuo nome*
* “la casella è a tuo nome” traduzione dal “burocratese” di: PEC di cui è titolare l’interessato 🙂
Se stavi pensando di consegnare la domanda con l’indirizzo PEC dell’ufficio della zia, o dell’azienda di tuo padre o dall’indirizzo di altri parenti o amici, niente. Nun se pò fa. Non sarebbe considerata valida per legge.
Dev’essere una PEC a tuo nome, cioè aperta con il tuo documento d’identità.
E come si fa ‘sta PEC Sebastiano?
Se hai un pò di pratica, una PEC può si può aprire anche on line in poco tempo. Non c’è più la possibilità di averla completamente gratis (come qualche tempo fa). Però ci sono diverse offerte a meno di 10 euro l’anno, ad esempio con PosteCert di Poste Italiane, Aruba e KOLST PEC. Qualcuno, come LegalMail e Register.it, offre anche un periodo di prova gratuito e poi puoi disdire senza pagare nulla.
Come si legge nel bando, poi,
per consegnare la domanda via PEC dovrai allegare tutto in formato .pdf
Quindi, se hai compilato il modulo di domanda e la dichiarazione titoli al computer ora dovrai, prima, stamparli e, poi, scansionarli. Imposta una buona risoluzione nello scanner, perché
si devono vedere le tue belle firme originali
sia sulla domanda che sulla dichiarazione titoli, senza dimenticare l’Informativa Privacy. Dallo scanner, infine,
ricorda di salvare tutto in formato PDF
e non in formato JPEG che spesso è il formato predefinito impostato in molti scanner, perché quello utilizzato prevalentemente per le immagini. Anche se la casella PEC, infatti, può farti allegare allegare documenti o immagini in formato JPEG, i documenti sono validi solo se arrivano in formato PDF. Questo, attenzione, vale anche per la copia del documento d’identità. Dev’essere in formato PDF come tutti gli altri documenti. Detto questo,
i principali vantaggi di consegnare la domanda di servizio civile tramite PEC
secondo me sono questi:
- Ti costa poco: è una modalità economica o, se già hai una casella PEC (a tuo nome!), è addirittura gratis.
- Se sei in dubbio e ti piace più di un progetto, con la PEC puoi pensare fino all’ultimo momento a qual’è meglio scegliere. Magari, potresti anche avere modo di capire quali progetti stanno ricevendo meno domande, come ti ho spiegato nella guida per scegliere il progetto (ricorda che puoi fare solo una domanda!)
- Puoi evitarti un lungo viaggio se sei molto distante dalla sede di consegna della domanda del progetto che scegli. Specialmente se scegli un progetto di servizio civile all’estero, non è così facile che l’ente che propone, ad esempio, quel progetto in Perù che ti piace tanto, abbia sede proprio nella tua città. In quel caso considera che, dopo la domanda, dovrai sicuramente raggiungere la sede dell’ente per il colloquio di selezione ( obbligatorio).
- Infine, ti evita anche, semplicemente, di fare un salto fino all’ufficio postale più vicino
Perché è proprio alle poste che dovrai andare se vuoi utilizzare la
seconda modalità per consegnare la domanda di servizio civile:
2) a mezzo “raccomandata A/R”.
Si tratta della famosa Raccomandata con ricevuta di ritorno, che puoi fare un qualsiasi ufficio postale.
P.S.: sul sito di PosteItaliane si può fare una raccomandata A/R anche on line. Secondo me, però, non è poi così semplice e il costo di una sola raccomandata A/R on line non è molto diverso dal costo di una casella PEC. Solo che la raccomandata on line la invii una volta. La PEC, invece, puoi utilizzarla un anno (o, come ti dicevo, gratuitamente per qualche mese di prova). Comunque, se vuoi provare la raccomandata on line, puoi trovare più informazioni sul sito dedicato delle poste.
In ogni caso, sia facendola on line che all’ufficio postale, la domanda che molti si fanno è
se faccio la raccomandata, entro quando devo spedire per consegnare la domanda di servizio civile nei tempi giusti?
Questo dubbio viene dal fatto che, nei bandi di servizio civile, dopo la modalità di consegna “Raccomandata A/R”, c’era sempre una frase come questa:
“non fa fede il timbro di spedizione”.
Cioè???
Facciamo un esempio per capirci. Il bando ordinario di servizio civile 2016 scadeva il 30 giugno. Immaginiamo di essere in quel periodo. Hai scelto un progetto, compilato tutti i moduli e sei pronto per consegnare la domanda di servizio civile. Vai alle poste il 28 giugno, ben 2 giorni prima della scadenza. Lì ti mettono il timbro di spedizione “28/06/2016”. Tu pensi tranquillamente di aver spedito la domanda nei tempi. Ma se poi, effettivamente, la domanda arriva all’ente il primo luglio o il 2 di luglio (o, addirittura, va persa nella spedizione)? A quel punto non potresti dire “Ehi, ma io l’ho spedita il 28! Ho il timbro…”. Perché nel bando c’era scritto “non fa fede il timbro di spedizione”.
Quindi c’era sempre un po’ il rischio, soprattutto negli ultimi giorni prima della scadenza, che la domanda non arrivasse nei tempi. Si, lo so, sembra assurdo, ma era proprio così. E tanti ragazzi, purtroppo, lo capivano solo dopo aver consegnato la domanda!
PER FORTUNA (dopo tanti anni di supplizio) nel bando ordinario di agosto 2018, questa frase non c’è più. E SPERIAMO BENE DI NON RIVEDERLA IN NESSUN ALTRO BANDO.
Anzi, per questo bando, il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile ha fatto un comunicato per precisare che deve essere considerato valido il timbro di spedizione.
Quindi, per il bando ordinario uscito ad agosto 2018 (che scade il 28 settembre) puoi spedire tranquillamente entro il 28 settembre (come vedi, entro le 18 per la consegna a mano ed entro mezzanotte per PEC e raccomandata)
Però non è detto che sia sempre così. Per cui, se vuoi consegnare la domanda di servizio civile con raccomandata in un altro bando in futuro,
controlla sempre che nel bando non ci sia la frase “non fa fede il timbro di spedizione”.
Altrimenti, ti conviene spedire la raccomandata un bel po’ di giorni prima della scadenza.
In generale, se non fa fede il timbro di spedizione, conviene utilizzare
la terza e ultima modalità per consegnare la domanda di servizio civile:
3) consegna a mano.
Sebastiano, tra un po’ siamo nel 2020, ancora con questa consegna a mano??
Sono sincero, se la sede in cui portare la domanda per il tuo progetto è abbastanza vicina, la consegna a mano è la modalità più consigliabile. Lo so, ti sembrerà antica, ma ti dà una serie di vantaggi.
Primo fra tutti: avere la certezza che la domanda sia arrivata. A proposito: devono darti una ricevuta con un timbro datato al giorno della consegna.
Poi ci sono altri motivi importanti. Molti te li ho spiegati nella guida per scegliere il progetto (guarda soprattutto il sesto e il settimo consiglio).
Andare direttamente sul posto ti permette di capire meglio se si tratta del progetto e del posto giusto per te. Soprattutto se la sede di consegna della domanda è la stessa in cui si realizza effettivamente il progetto.
Ovviamente, se si tratta di una sede molto lontana, non ha senso fare un viaggio. Per questo ho cercato di spiegarti bene come utilizzare le prime due modalità per consegnare la domanda di servizio civile (PEC o Raccomandata A/R). In quel caso, però, ti dò un ultimo consiglio:
una telefonata per assicurarti che abbiano ricevuto tutto non guasta mai!
Eccoci arrivati alla fine. Se hai qualche domanda o qualche COMMENTO, scrivi pure sotto l’articolo nella parte dedicata ai commenti. Sarò felice di risponderti appena posso.
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Ciao Sebastiano! Innanzitutto grazie per le varie guide e il blog molto dettagliato!
Vorrei esporti i miei dubbi in modo da avere un tuo parere e un tuo suggerimento.
Io ho alle spalle un contratto di lavoro con una ONG milanese e purtroppo non sanno ancora dirmi con certezza se avranno i fondi necessari per rinnovare il contratto, perciò nel mentre ho iniziato a spulciare il bando ad una settimana dalla scadenza.
Ho fatto questa premessa per sottolineare lo scarso tempo a disposizione per valutare i diversi progetti e per spiegarti le mie intenzioni: trovare un progetto all’estero da svolgere in un ONG che sia di medie dimensioni (in vista di una futura collaborazione) e che sia ben strutturato, dove quindi le attività da svolgere siano in linea con i miei studi (Cooperazione Internazionale – Scienze Politiche).
In più, per sfruttare al meglio questa opportunità vorrei fare il Servizio civile in America Latina, in modo da poter anche apprendere una lingua, cosa che invece credo risulterebbe molto difficile se andassi in Africa con il francese.
Purtroppo per l’America Latina, ho notato che non ci sono grandi nomi di ONG e ne conosco solo alcune, volevo sapere se tu ne conoscessi alcune di queste realtà e se avevi dei suggerimenti o delle informazioni a riguardo. Tra i progetti più interessanti, ho trovato: ENGIM, COPE, CEFA, CISV, PRO.DO.C.S, e poi un progetto della Croce Rossa Italiana a Panama. In particolare, lavorare con la Croce Rossa mi piacerebbe molto, sono anche volonotaria della CRI, ho paura però di come possa lavorare a Panama e in più il progetto non mi entusiasma moltissimo.
Queste mie perplessità te le esprimo proprio perchè già lavoro nel settore e quindi sto cercando un progetto dove possa effettivamente “crescere e formarmi”, anche se sono a conoscenza che dipenda molto dal tutor in questione. Per questo motivo ho scartato a priori realtà come A.C.L.I e Associazione Papa Giovanni 23, perchè senza nulla togliere al loro lavoro, non sono in linea con le mie competenze e miei studi, e molto più in linea invece con una formazione da educatrice o assistente sociale.
Altra questione che ti vorrei porre invece riguarda il ripescaggio, non sono riuscita a trovare questa informazioni da nessuna parte, nemmeno nelle FAQ del sito ufficiale. Vorrei sapere innanzitutto come avviene (se si viene ripescati solamente all’interno dello stesso ombrello – come può essere FOCSIV) e se la rinuncia al ripescaggio precluda la possibilità di provare il prossimo anno.
Scusami molto per la lunga email, in cui mi rendo conto di non essere stata molto chiara. Purtroppo ho un lungo flusso di pensieri che mi balena in mente e avere un confronto con qualcuno di esterno può farmi solamente bene.
Ti ringrazio molto anticipatamente per il tempo che mi dedicherai, in ogni caso.
Ciao Luisa! Il “ripescaggio” dall’anno scorso è verso qualunque altro progetto (prima era possibile solo per altre sedi di uno stesso progetto). La rinuncia alla disponibilità (che va indicata nella domanda di partecipazione) non comporta nessuna conseguenza se non quella di perdere la possibilità di essere, appunto, “ripescati” per un altro progetto. Il mio consiglio è di inserire sempre la disponibilità, tanto si può tranquillamente anche rifiutare eventuali altre proposte di posti rimasti liberi senza alcuna conseguenza. Inoltre, dato che non c’è ancora un sistema preciso per il “ripescaggio” potrebbe avvenire la stessa cosa dello scorso anno quando è stato semplicemente pubblicato un elenco con i posti rimasti liberi e tutti i giovani non selezionati hanno potuto contattare direttamente gli enti che preferivano.
Per la scelta del progetto, invece, il consiglio è molto più difficile. Ora, a 24 ore dalla scadenza, ti direi buttati su quello che ti ispira di più “a pelle”. Diciamo anche che tanti discorsi e “previsioni” lasciano il tempo che trovano, si tratta anche un pò di rischiare perché tanto non saprai mai esattamente come lavora un ente dall’altra parte del mondo, anche se in Italia lo conosci perfettamente. Io, prima del mio servizio in Burundi, ci ero stato già due estati (nello stesso posto!) e conoscevo l’ente da molti anni… Eppure non sono mancate le occasioni in cui mi sono stupito notando cose che non avrei assolutamente immaginato prima di trascorrere lì diversi mesi.
In bocca al lupo!